La seconda giornata di laboratorio, a cura del preside professor Scoppetta, ha per oggetto “La cosa pubblica. L’ordinamento della Repubblica, Diritti e Doveri”

7 febbraio. Nuovo incontro, nuovo cerchio.

Si parte con un testo, letto dai ragazzi, di Piero Calamandrei, avvocato, politico, accademico e tra i fondatori del partito d’Azione.

La scuola è posta al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione: è un organo essa stessa, vitale per la democrazia come noi la concepiamo e complemento necessario del suffragio universale. Volendo fare un paragone tra l’organismo costituzionale e quello umano, per Calamandrei certamente la scuola corrisponderebbe al sistema circolatorio.

“Ci prepara a votare con coscienza – hanno continuato i ragazzi – e forma le persone degne di essere scelte e di comporre il Parlamento”. “Ci istruisce, forma ed educa, anche a essere cittadini”, dice Chiara, maturanda al liceo Scientifico Galilei. E ancora, “è un ascensore sociale”.

Dopo aver ricostruito insieme la storia della Costituzione, architrave della nostra Repubblica dal 1948, e approfondito la parte relativa all’ ordinamento della Repubblica, si è insinuato un ulteriore quesito: “Cosa occorre per tutelare i diritti, in particolar modo qui a Lamezia?”

Vengono così passati in rassegna e commentati diversi articoli, relativi a libertà, privacy, informazione, tutela, responsabilità civili, famiglia, cure mediche, istruzione, lavoro, voto. É la tecnica del brainstorming a permettere la riflessione comune.

“Oggi ad esempio è il diritto al lavoro ad essere negato, soprattutto a giovani e donne nel Mezzogiorno”. “Si! Ma si potrebbero mandare in pensione i lavoratori più anziani e favorire le nuove assunzioni”, propone Mario, studente dell’Istituto Professionale Einaudi. “La disoccupazione quindi è un fenomeno che contraddice la Costituzione?”, è la domanda che più spontaneamente sorge a tutti. 

La seconda giornata di laboratorio si conclude infine con la lettura di un recente articolo de L’Espresso: la lettera che Beniamino Placido scrisse alla figlia. Il messaggio rivolto a lei, si rivela universale: “Provarci sempre, senza paura di sbagliare. Ma per volare non si può pensare che basti buttarsi. Bisogna munirsi di dispositivi tali che lo rendano possibile. Le soluzioni semplici non sono sufficienti. Per progredire bisogna, con pazienza, costruire.”

Con questo proposito, ci si avvia al prossimo incontro: Liberi di esprimersi, liberi di informare, il 14 febbraio alle 17.30, ospite il giornalista Alfredo Sprovieri.