Martedì 14 dicembre 2021 ore 18 – III incontro

Adriano Bertollini e Marco Mazzeo presentano “Filosofia dell’amicizia” e “Il pirata”, DeriveApprodi editore

 

Cosa rende così peculiare quel rapporto che chiamiamo «amicizia»? Quale forma di uguaglianza e di condivisione la rendono possibile?

Cosa rende così peculiare quel rapporto che chiamiamo «amicizia»? Rispondere a questa domanda significa comprendere il carattere politico della nostra forma di vita. Il testo è un dialogo con la tradizione filosofica occidentale e soprattutto con il luogo teorico tuttora più ricco su questo tema: il pensiero di Aristotele. L’intuizione aristotelica secondo cui l’amico è un «altro se stesso» rappresenta, infatti, lo strumento con il quale perlustrare un territorio visto di sfuggita dalla filosofia, che ha spesso discusso dell’amicizia solo per cenni e con toni mistico-sentimentali. L’amicizia non è un sentimento patetico e commosso, quanto una delle forme principali con cui ciascuno di noi può costruire il modo, unico e irripetibile, di essere umano. Il libro elegge l’amicizia a esempio principe dell’«individuazione»: quella biografia, grandiosa o miserabile poco importa, che ci distingue gli uni dagli altri. L’altro sé amicale non è dunque il sosia con il quale rispecchiarsi per trovare conferma dei propri vizi o delle proprie virtù. È, invece, la sponda linguistica con la quale confliggere o nella quale trovare rifugio.

 

Chi è oggi il pirata? È colui che ci libera dalle multinazionali digitali o la versione dimessa del terrorista? È il migrante che sbarca in Sicilia o il criminale che uccide per strada senza fermarsi a prestare soccorso?

Al fine di articolare una risposta plausibile, né elogiativa né moralista, il libro punta a fornire l’antropologia di una figura ambivalente. La tradizione lo dipinge nemico per eccellenza, l’umano retrocesso a bestia. A veder meglio, il pirata costituisce, invece, la condensazione, a volte caricaturale, di un tratto distintivo della nostra natura. Pensiamo all’etimologia: «peiratés» è, alla lettera, «colui che sfida, chi fa un tentativo». Non è questo un buon identikit dell’Homo sapiens, l’animale la cui sopravvivenza è legata alla sfida, al continuo tentativo di adattare a sé l’ambiente attraverso l’invenzione tecnica e il pensiero verbale? Il volume descrive un personaggio sorprendente, prisma delle forme di vita contemporanee.